Le patologie delle valvole cardiache sono tra le problematiche più rilevanti in cardiologia, in quanto influenzano profondamente la qualità della vita di chi ne è affetto. Vediamo le principali opzioni d’intervento.
Riparazione: la strada maestra
Se vi sono problemi alle valvole e questi incidono fortemente sulla qualità di vita, con mancanza di fiato, svenimenti o altri sintomi debilitanti, quando il medico decide che è il momento di intervenire, la prima procedura da scegliere è la riparazione della valvola. Quando possibile, infatti, questa rappresenta la strada maestra.
Tuttavia, la riparazione non è sempre praticabile. In molti casi, soprattutto quando le valvole tendono a chiudersi, come accade per la valvola aortica che spesso diventa calcifica o per la valvola mitrale danneggiata da reumatismi giovanili, diventa inevitabile optare per la sostituzione.
Sostituzione: protesi biologiche o meccaniche?
La sostituzione valvolare offre due principali opzioni: la protesi biologica e la protesi meccanica. Le protesi biologiche, derivate da tessuti animali, hanno una durata media di circa 15 anni, con una variazione di cinque anni in più o in meno. D’altra parte, le protesi meccaniche, realizzate in materiali sintetici, durano tutta la vita, ma richiedono una terapia anticoagulante orale per prevenire eventi tromboembolici.
Per quanto riguarda la protesi biologica, bisogna porre attenzione all’età in cui viene impiantata, perché per effettuare un percorso biologico che duri tutta la vita a volte è necessario prevedere uno o due interventi. Fortunatamente, oggi è possibile sostituire una nuova protesi biologica senza un vero e proprio intervento chirurgico, ma inserendola all’interno di quella vecchia, ormai malfunzionante, attraverso un’arteria o una vena.
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