Dott. Luigi Martinelli

Luigi Martinelli si è formato al Policlinico San Matteo di Pavia. Dopo un’esperienza di oltre vent’anni , nel 1997 ha attivato e diretto la cardiochirurgia dell’ospedale Santa Chiara di Trento e dal 2000 ha diretto la cardiochirurgia del San Martino di Genova per otto anni. Nel 2008 è stato nominato Direttore del Centro Cardiochirurgico di Niguarda, dove ha contribuito in misura determinante allo sviluppo in Italia della chirurgia dello scompenso cardiaco avanzato mediante l’utilizzo del cuore artificiale.

Nel 2014, ha iniziato una nuova esperienza professionale in Liguria dove opera presso l’Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità (ICLAS) di Rapallo (GE), avvalendosi della più moderna tecnologia e introducendo soluzioni innovative per la riparazione e sostituzione delle valvole cardiache.

Lettera ai pazienti

La necessità di subire un’operazione al cuore é un evento importante e il periodo di attesa è spesso vissuto con trepidazione, alla ricerca di informazioni sui Centri più qualificati e sulle innovazioni più recenti.
In molti casi la tecnologia consente davvero di curare il cuore con interventi sempre meno invasivi, attraverso incisioni molto limitate e a volte addirittura impercettibili.

Nella mia attività chirurgica perseguo l’innovazione come strumento fondamentale per facilitare i percorsi di cura, utilizzando metodiche moderne e tecnologie d’avanguardia volte a favorire una più rapida ed efficace guarigione.

Con questo sito intendo fornire delle utili indicazioni per orientarvi nel mondo complesso della cardiochirurgia e auguro a tutti un percorso clinico sereno e un beneficio duraturo.

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Sede e interventi chirurgici

Il Prof. Luigi Martinelli esegue tutti gli interventi chirurgici presso ICLAS – Istituto Ligure di Alta Specialità a Rapallo (GE) e, su richiesta, può operare nelle altre strutture del Gruppo Villa Maria.

ICLAS – Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità
Via Cabruna, 21- Via Puchoz, 25 – 16035 RAPALLO (GE)
Tel. +39 0185.21311
www.gvmnet.it

Coronarie del cuore

Le coronarie sono arterie deputate all’irrorazione e al nutrimento del cuore, a cui forniscono una quantità di sangue adeguata alle richieste metaboliche. Il nome di questi vasi di medio e piccolo calibro (3-5 mm di diametro) deriva dalla loro particolare distribuzione intorno al muscolo cardiaco, che circondano componendo una sorta di corona arteriosa.

Valvola aortica

La valvola semilunare aortica o valvola aortica (diametro di 20 mm) regola il flusso sanguigno dal cuore verso il sistema circolatorio. Localizzata presso l’orifizio che collega l’aorta al ventricolo sinistro, la valvola ha una struttura a nido di rondine. Erroneamente si considera come unica valvola la somma dei tre lembi, in realtà ogni lembo costituisce una valvola e la loro posizione sfalsata assicura la chiusura del vaso impedendo il reflusso del sangue nel ventricolo.

Valvola mitralica

La valvola mitrale, così chiamata per la somiglianza con il copricapo cerimoniale (nota anche come valvola bicuspide) ha un diametro di oltre 30 mm, regola il flusso sanguigno tra l’atrio sinistro ed il ventricolo sinistro ed ha un orifizio di 4–6 cm². Secondo le più moderne tendenze, si preferisce oggi chiamare il complesso sistema mitralico come apparato valvolare mitralico e non più come valvola mitrale, in quanto è la complessa interazione fra anello valvolare, lembi valvolari, corde tendinee, muscoli papillari e ventricolo sinistro a far funzionare correttamente il meccanismo della valvola.

Aneurisma dell'aorta

A favorire la formazione di un aneurisma dell’aorta possono essere svariati fattori, tra cui: l’invecchiamento, l’ipertensione, l’aterosclerosi, il fumo di sigaretta, le cause di aortite e le malattie genetiche del tessuto connettivo. Malgrado la mancanza di una sintomatologia correlata, la presenza di un aneurisma dell’aorta rappresenta una seria minaccia per la sopravvivenza del paziente, in quanto da una sua rottura scaturisce un’emorragia interna.

Visite

Clinica Montallegro
Via Montezovetto 27, Genova
Tel. +39 010 3531283

 Centro Medico Val di Vara
 Via Bertucci 72, Brugnato (SP)
Tel. +39 0187 897198

 Studio Medico Pavese
 Piazza del Municipio 4, Pavia
Tel. 335 6538295

Studio Medico Varazze
Via Ciarli 18, Varazze (SV)
Tel. 335 6538295

Interviste

Pubblicazioni scientifiche
2020
TITOLO SCARICA IL PDF
Volatile Anesthetics versus Propofol for Cardiac Surgery with Cardiopulmonary Bypass 1-2020
Current trends in mitral valve surgery: A multicenter national comparison between full-sternotomy and minimally-invasive approach

2-2020

 

2019
TITOLO SCARICA IL PDF
Sequencing of NOTCH1 gene in an Italian population with bicuspid aortic valve: Preliminary results from the GISSI OUTLIERS VAR study 1-2019
Minimally invasive surgical versus transcatheter aortic valve replacement: A multicenter study

 

2-2019

2018
TITOLO SCARICA IL PDF
L’impianto di corde tendinee artificiali per via transapicale nel trattamento dell’insufficienza mitralica degenerativa 1-2018
2017
TITOLO SCARICA IL PDF
Coronary artery bypass graft: Is it still an elixir of life? 1-2017
Minimally invasive mitral valve repair in osteogenesis imperfecta 2-2017
2016
TITOLO SCARICA IL PDF
Early and mid-term outcomes of 1904 patients undergoing transcatheter balloon-expandable valve implantation in Italy: results from the Italian Transcatheter Balloon-Expandable Valve Implantation Registry (ITER) 1-2016
Mid-term survival after continuous-flow left ventricular assist device versus heart transplantation

2_2016

 

Antiplatelet versus oral anticoagulant therapy as antithrombotic prophylaxis after mitral valve repair

3-2016

 

Giant cell myocarditis successfully treated with antithymocyte globuline and extracorporeal membrane oxygenation for 21 days

4-2016

 

2015
TITOLO SCARICA IL PDF
Selection criteria for referral to cardiac rehabilitation centers 1-2015
St. Jude Medical Trifecta aortic valve: results from a prospective regional multicentre registry 2-2015
Rationale and design of GISSI OUTLIERS VAR Study in bicuspid aortic valve patients: Prospective longitudinal, multicenter study to investigate correlation between surgical, echo distinctive features, histologic and genetic findings in phenotypically homogeneous outlier cases 3-2015
Treatment solution by Botta et al. 4-2015
Right Ventricular Failure After Left Ventricular Assist Device Implantation: The Importance of Preoperative Hemodynamic Profile

5-2015

 

Preliminary Results From ITAMACS, the Italian Multi Center Registry for Mechanically Assisted Circulatory Support
The European Registry for Patients with mechanical Circulatory Support: first annual report 7-2015
Left Thoracotomy and Descending Aortic Anastomosis for HeartWare Implantation After Previous Coronary Artery Bypass Graft and Left Ventriculotomy

 

8-2015

Quality of Life and Emotional Distress Early After Left Ventricular Assist Device Implant: A Mixed‐Method Study 9-2015
Giant cell myocarditis successfully treated with antithymocyte globuline and extracorporeal membrane oxygenation for 21 days

 

2014

TITOLO SCARICA IL PDF
Coronary and atrial compression by a giant cardiac hemangioma 1-2014
Cardiac rehabilitation and mid-term follow-up after transcatheter aortic valve implantation 2-2014
Left ventricular or Bi-ventricular assist device? How dobutamine stress echocardiography can untie the dilemma of right ventricular dysfunction 3-2014
133EUROMACS: A GROWING EACTS DATA REGISTRY
Direct aortic transcatheter valve implantation in a porcelain aorta 5-2014
Extracorporeal membrane oxygenation associated with steroids as bridge to recovery in cardiogenic shock due to necrotizing eosinophilic myocarditis as first manifestation of ChurgStrauss syndrome

 

6-2014

Five-years single center experience with CoreValve transcatheter aortic valve implantation
Patients supported with left ventricular assist device as bridge-to-transplantation indication show an excellent outcome at 2 years compared with heart transplanted patients-single centre experience

 

 

Relationship between early inflammatory response and clinical evolution of the severe multiorgan failure in mechanical circulatory support-treated patients 9-2014
La disfunzione ventricolare destra nell’insufficienza cardiaca avanzata 10-2014
Current indications for heart transplantation and left ventricular assist device: a practical point of view 11-2014
Right ventricular longitudinal strain and post-operative outcome after left ventricular assist device implantation
Two-year Survival After Continuous-flow Left Ventricular Assist Device Versus Heart Transplantation: An Italian Single Centre Perspective 13-2014
Systemic Inflammation in End-Stage Heart Failure Patients Undergoing Different Axial-Flow Left Ventricular Assist Devices 14-2014
Relationship between pre-implant interleukin-6 levels, inflammatory response, and early outcome in patients supported by left ventricular assist device: a prospective study 15-2014
Transcatheter treatment of chronic mitral regurgitation with the MitraClip system: an Italian consensus statement
Failed valve-in-valve transcatheter mitral valve implantation 17-2014
TachoSil to Prevent Postoperative Pericardial Adhesions Reply 18-2014
2013

2020

TITOLO SCARICA IL PDF
Postsurgical Intrapericardial Adhesions: Mechanisms of Formation and Prevention 1-2013
Aortic-arch Reconstruction with Bolton Medical Branched Thoracic Stent Graft 2-2013
Surgical aortic valve replacement
A caval homograft for Budd-Chiari syndrome due to inferior vena cava obstruction 4-2013
Self-expandable transcatheter aortic valve implantation for aortic stenosis after mitral valve surgery 5-2013
Direct-aortic “evolute” self-expanding aortic bioprosthesis implantation 6-2013
Early giant pseudo-aneurysm originating from the right coronary ostium 7-2013
CoreValve transcatheter self-expandable aortic bioprosthesis 8-2013
Heart transplantation 25 years single-centre experience
Levosimendan reverted severe pulmonary hypertension in one patient on waiting list for heart transplantation

 

 

Emergency ECMO support for acute LVAD failure
Minimally invasive approach for redo mitral valve surgery 12-2013
Limited changes in severe functional mitral regurgitation and pulmonary hypertension after left ventricular assist device implantation: A clue to consider concurrent mitral correction?

13-2013

 

Giant true aneurysm of the right coronary artery button long after aortic root replacement 14-2013
Direct aortic transcatheter valve implantation via mini-thoracotomy using the Medtronic CoreValve 15-2013

“Uno stile di vita sano aiuta il cuore a stare bene”: scopriamo di più con il Dott. Luigi Martinelli

Con oltre 30 anni di esperienza, nella sua attività come cardiochirurgo persegue l’innovazione come strumento fondamentale per facilitare i percorsi di cura, utilizzando metodiche moderne e tecnologie d’avanguardia volte a favorire una più rapida ed efficace guarigione. Ma anche il paziente deve fare la sua parte: i fattori di rischio che concorrono alla comparsa di malattie cardiache sono fra i più svariati e la prevenzione primaria è fondamentale.

Cardiopatia: il tuo cuore sta soffrendo?

Sono numerose e variegate fra loro le patologie che possono coinvolgere il cuore: oggi, con l’aiuto del cardiochirurgo Dott. Luigi Martinelli, parliamo di cardiopatia, ricordando che una diagnosi precoce è sempre il primo passo efficace verso la guarigione.

Patologie cardiache: la figura del cardiochirurgo

Il cardiochirurgo è un professionista specializzato nella chirurgia inerente al cuore e ai grandi vasi sanguigni ad esso collegati. Quanto entra in gioco? Quando le terapie farmacologiche non bastano per correggere alcune alterazioni dell’apparato cardiocircolatorio. Di fronte a specifici problemi cardiaci, infatti, non basta rivolgersi al cardiologo ma si rende necessario consultare un cardiochirurgo. 

Cardiopatia: il tuo cuore sta soffrendo?

Prendersi cura del suo stato di salute è un dovere e ognuno gioca un ruolo cruciale: il paziente può prevenire l’insorgere di qualsiasi tipo di disturbo – cardiaco o meno – scegliendo di abbracciare uno stile di vita sano, attraverso una dieta bilanciata e povera di grassi e tanta attività fisica, rinunciando ad alcool e fumo.

Chirurgia mininvasiva: chirurgia soft per cuori stanchi

La cardiochirurgia è una scienza che spesso spaventa proprio a causa della frequente necessità di effettuare importanti tagli, per permettere al chirurgo di intervenire sull’apparato cardiaco. Tuttavia, oggi, le cose sono cambiate e in numerose situazioni ci si può avvalere della chirurgia mininvasiva.

Patologie ibride: chirurgia ibrida per cuori fragili

Il Dott. Luigi Martinelli, cardiochirurgo, prova a fare chiarezza e parte da una premessa: “La cardiochirurgia è una specialità molto complessa e tutto quello che riguarda il trattamento non farmacologico delle patologie cardiache richiede un’elevata tecnologia. Attualmente – continua il Professore – è possibile effettuare interventi anche molto impegnativi ricorrendo a soluzioni cosiddette ‘ibride’”.

By-Pass: il ponte che può salvare il cuore

Tutti, anche coloro che non soffrono di disturbi cardiaci, avranno già sentito parlare di “By-Pass”, in gergo medico By-Pass Aorto-Coronarico: tra gli interventi effettuati con maggiore frequenza in ambito cardiochirurgico, serve a creare una sorta di “ponte” tra aorta e coronaria, nei casi in cui venga rilevata un’ostruzione che non permette al cuore di ricevere ossigeno e sostanze nutritive a sufficienza, necessarie a mantenersi in salute e a proseguire il suo consueto funzionamento.

Cardiochirurgia: la vita dopo un intervento di By-Pass

L’intervento di By-Pass Aorto-Coronarico è tra i più diffusi in cardiochirurgia. Questo approccio chirurgico è necessario nei casi in cui siano presenti dei restringimenti (detti “stenosi”) all’interno delle arterie coronarie, i vasi responsabili di portare ossigeno e nutrimento al cuore.

FAQ – Domande frequenti

Che cos'è il By-Pass Aorto-Coronarico?

Il By-Pass Aorto-Coronarico, spesso definito semplicemente “By-Pass”, è uno degli interventi più frequentemente praticati in cardiochirurgia. Il termine inglese è ormai noto a tutti e nel nostro caso può essere tradotto come “ponte” tra aorta e coronaria.
Le coronarie sono i vasi che irrorano il muscolo cardiaco. Sono due: coronaria destra e sinistra, con i relativi rami di derivazione, il principale dei quali è il ramo circonflesso che, nella consuetudine è considerato la “terza coronaria”. Esse partono dall’aorta appena al di sopra della valvola aortica, decorrono lungo la superficie del cuore e si distribuiscono con rami sempre più piccoli all’interno del muscolo cardiaco. Quando è presente un’ ostruzione coronarica le cellule del cuore non ricevono più ossigeno e sostanze nutritive in misura adeguata e nel momento in cui la carenza di “combustibile” supera un valore critico si va incontro all’”angina pectoris” o all’infarto vero e proprio.
L’ostruzione della coronaria può essere vinta sostanzialmente in due modi: mediante un palloncino che “schiaccia” la placca contro le pareti (angioplastica) o mediante un vaso aggiuntivo che, partendo dall’aorta, porta una adeguata quantità di sangue a valle dell’ostruzione (by pass aorto-coronarico). Per effettuare il by pass si possono utilizzare diversi tipi di condotto; i più comuni sono la vena safena (condotto venoso) , le arterie mammarie o l’arteria radiale (condotti arteriosi).

Cosa può succedere quando si crea un ostruzione nei vasi sanguigni che nutrono il cuore?

Quando vi sono ostruzioni nelle arterie del cuore, una persona può accusare dolore toracico o “Angina Pectoris”, fino ad arrivare ad un attacco di cuore o “Infarto Miocardico”. In alcuni casi, specie in chi è affetto da diabete mellito, l’angina puo’ mancare, e l’infarto essere “silente”. L’attacco cardiaco può costituire il primo sintomo di malattia delle arterie coronariche in molti pazienti, e un Elettrocardiogramma (o E.C.G.)può risultare normale – anche in presenza di malattia coronarica.
Il sospetto di malattia coronarica può avvenire in presenza di sintomi caratteristici (dolore al torace o al braccio sinistro), presenza di fattori di rischio (diabete, ipertensione, fumo), e una forte familiarità per coronaropatia. L’esistenza di una coronaropatia può essere confermata da test provocativi ( test da sforzo al cicloergometro, scintigrafia miocardica da sforzo) o dal cateterismo cardiaco. Il test da sforzo viene effettuato sotto monitoraggio continuo dell’elettrocardiogramma o dell’ecocardiogramma; per lo più si esegue ambulatorialmente. Il cateterismo cardiaco è un test invasivo nel corso del quale una sottile sonda o “catetere” viene inserita in un’arteria a livello dell’inguine o del polso fino a raggiungere il cuore. Mediante iniezione di un mezzo di contrasto radioopaco vengono visualizzate le coronarie e identificate le zone di stenosi o occlusione. In alternativa alla coronarografia, in casi particolari, può essere effettuata la TAC coronarica, che consente di evidenziare le calcificazioni sulle arterie. E’ molto utile per escludere una patologia coronarica nei casi dubbi ma è meno precisa della coronarografia nello stabilire l’effettiva diminuzione del flusso di sangue nelle zone interessate dalla malattia . Una volta diagnosticata e caratterizzata la coronaropatia, può essere scelta la terapia più appropriata per il paziente. Le opzioni attualmente disponibili sono l’ottimizzazione della terapia farmacologica, l’angioplastica, e l’intervento chirurgico di by pass aorto-coronarico.

Quali sono le indicazioni all'intervento chirurgico?

Le indicazioni all’intervento di By-pass sono stabilite da linee guida internazionali che vengono periodicamente aggiornate sulla base di studi clinici controllati effettuati su popolazioni di pazienti molto numerose. I criteri principali di indicazione sono:

Criteri clinici:

  • Angina pectoris che non risponde adeguatamente alla terapia medica
  • Scompenso cardiaco in presenza di malattia coronarica

Criteri anatomici:

  • Malattia del tronco comune della coronaria sinistra
  • Malattia di tre vasi coronarici
  • Malattia del ramo interventricolare anteriore della coronaria sinistra e di un altro vaso coronarico

L’indicazione all’intervento deve essere stabilita considerando la globalità delle condizioni cliniche del paziente e, secondo le linee guida più aggiornate, deve essere concordata dal cardiologo e dal cardiochirurgo in modo da offrire l’opzione migliore per il singolo caso. Ad esempio, alcune situazioni potrebbero essere risolte sia con il by pass che con l’angioplastica, tuttavia è bene che il paziente sia informato dell’esito a distanza e della qualità di vita. Il by pass effettuato con le arterie mammarie ha infatti una durata illimitata e consente al paziente di condurre una vita libera da terapia farmacologica dedicata e da periodici controlli anche invasivi. L’angioplastica, effettuata anche con gli stent più moderni, richiede l’assunzione di una terapia antiaggregante importante, di difficile gestione in caso di interventi o di problematiche emorragiche. Inoltre è spesso necessario ripetere la procedura anche più volte, con progressivo deterioramento della coronaria.

Come viene effettuato l'intevento chirurgico?

La tecnica tradizionale per effettuare il by pass aorto-coronarico prevede la sternotomia mediana (apertura dello sterno) che consente il completo accesso al cuore e la possibilità di prelevare entrambe le arterie mammarie.
La fase iniziale dell’intervento prevede la preparazione dei condotti più adatti per portare il sangue sulla coronaria a valle della stenosi. L’esperienza clinica acquisita in decenni di esperienza ha dimostrato che i migliori condotti sono le arterie mammarie, vasi di circa 3 mm di diametro che decorrono all’interno della parete del torace. Con questi vasi è possibile effettuare anche by pass multipli. In aggiunta alle arterie mammarie, qualora necessario, è possibile utilizzare l’arteria radiale o la vena safena.
Appena i condotti sono pronti, si procede alla preparazione per la circolazione extracorporea che consente di arrestare il cuore durante l’effettuazione delle anastomosi (suture) dei condotti sulle coronarie.
Le coronarie sono vasi piuttosto sottili ed il chirurgo utilizza degli occhiali particolari con 4/5 ingrandimenti. Viene fatta una piccola incisione sul vaso e i condotti (arterie mammarie e vena safena) vengono collegati alle arterie coronarie utilizzando aghi e fili particolarmente sottili (diametro di pochi centesimi di millimetro).
Completate le anastomosi il cuore viene fatto ripartire e lo sterno viene richiuso.

Negli anni ’70 – ’80 quasi tutti i By-Pass venivano effettuati utilizzando la vena safena. L’esperienza ha successivamente dimostrato che era possibile utilizzare l’Arteria Mammaria Interna, che si manteneva pervia e funzionante più a lungo della vena stessa. Al giorno d’oggi la maggior parte dei By-Pass vengono effettuati utilizzando sistematicamente questa arteria, associata a segmenti di Vena Safena.

Quali sono le nuove procedure chirurgiche attualmente praticate?

BY PASS OFF PUMP (OPCAB)

Questa procedura prevede l’effettuazione del By-Pass senza l’utilizzo della circolazione extracorporea. Utilizzando un dispositivo che consente di bloccare una piccola porzione del cuore vicina alla zona in cui si desidera effettuare il by-pass, è possibile eseguire l’anastomosi piuttosto agevolmente. Si tratta comunque di un intervento più delicato del normale By-Pass eseguito con l’utilizzo della circolazione extracorporea e richiede esperienza da parte del chirurgo e una equipe di sala operatoria particolarmente affiatata. I vantaggi sono notevoli, perché l’intervento viene eseguito in condizioni di totale fisiologia, senza arresto cardiaco e senza dipendere dalla macchina cuore-polmone. E’ particolarmente adatto per trattare soggetti fragili, anziani o pazienti con malattie associate alla cardiopatia.

BY-PASS IN MINITORACOTOMIA SINISTRA (MIDCAB)

E’ l’approccio miniinvasivo vero in chirurgia coronarica. Prevede una piccola incisione sulla parte sinistra del torace. Viene isolata l’arteria mammaria sinistra che successivamente viene collegata al ramo interventricolare anteriore della coronaria sinistra. Questo approccio è particolarmente delicato in quanto non è possibile controllare direttamente tutto il cuore, richiede esperienza da parte del chirurgo e l’utilizzo di strumenti dedicati. E’ utilissimo in casi in cui sia controindicata la sternotomia o nei quali sia sufficiente il by pass sul ramo interventricolare anteriore che è comunque il principale ramo coronarico.

RIVASCOLARIZZAZIONE IBRIDA

I dati della letteratura medica recente dimostrano che la qualità di vita e la sopravvivenza del paziente dipendono in grande misura dalla rivascolarizzazione del ramo interventricolare anteriore con l’arteria mammaria interna. Se gli altri rami coronarici vengono trattati con angioplastica o con By-Pass in vena safena il risultato non cambia. Pertanto, qualora sia possibile effettuare agevolmente e con buona probabilità di successo a distanza, un’angioplastica sulla coronaria destra o sul ramo circonflesso,è possibile risolvere la situazione effettuando un By-Pass in minitoracotomia sinistra associando, dopo qualche giorno, le angioplastiche.

Tutte queste procedure vengono effettuate presso il Centro ICLAS dal Dr. Martinelli.

Quali sono i rischi e le possibili complicazioni del By-Pass?

L’intervento di By-Pass aorto-coronarico non è un’opzione da prendere alla leggera. L’ indicazione viene posta dopo attenta valutazione dello stato clinico del paziente e dei risultati degli esami da parte del cardiologo ed del cardiochirurgo. Vengono esplorate le alternative meno invasive (terapia medica o angioplastica) e l’intervento viene raccomandato solo quando si ritiene che queste non possano garantire i risultati attesi.

Cos'è il "rischio chirurgico"?

Così come per ogni altra procedura chirurgica, vi sono alcuni rischi di cui il paziente deve essere informato. La gravità del rischio varia a seconda delle specifiche condizioni generali di ciascun paziente, dell’età e delle patologie associate alla coronaropatia. Le possibili complicazioni di un intervento di by-pass includono emorragia, infezione, Ictus (che è correlato in particolare all’età avanzata e alla presenza di ictus precedenti), insufficienza renale (legata in gran parte alla funzionalità renale pre-operatoria), ed infarto cardiaco durante o dopo l’intervento.
Deve comunque essere chiaro al paziente che, a fronte di un rischio chirurgico quantificabile utilizzando parametri basati su casistiche numerose, il rischio di una malattia coronarica severa non adeguatamente trattata è di gran lunga superiore.

Quali sono le possibilità di successo a lungo termine dopo un intervento di By-Pass?

I risultati a distanza dell’ intervento di by-pass aorto –coronarico sono eccellenti. In quasi tutti i casi si assiste alla scomparsa dei sintomi di angina pectoris e ad un recupero funzionale generale completo. Molti pazienti notano un aumento della capacità di lavoro e della qualità di vita dopo la convalescenza a conferma che non avevano realizzato quanto le loro condizioni psicofisiche fossero deteriorate durante la malattia. Nella maggior parte dei casi il benessere è duraturo. Tuttavia è necessario considerare che il By-Pass è una metodica chirurgica di “idraulica” emodinamica. Con il passare del tempo, sia le coronarie native, che i vasi utilizzati per i By-Pass, possono andare incontro a malattia aterosclerotica. In genere le arterie mammarie non si deteriorano, anzi con il tempo aumentano di calibro e di portata. Le vene invece hanno una durata limitata nel tempo e dipendente dalle molteplici fattori. E’ pertanto di estrema importanza per il paziente attuare quella che viene chiamata “prevenzione secondaria”, cioè l’attenzione ad eliminare quelli che sono considerati i principali fattori di rischio di aterosclerosi. In particolare andranno controllate pressione arteriosa, grassi nel sangue, diabete, alimentazione, peso corporeo, astensione dal fumo. Con queste precauzioni, l’utilizzo da parte del chirurgo delle arterie mammarie e i periodici controlli cardiologici è veramente raro che un paziente deva ripetere l’intervento nel corso della vita. Al massimo potrebbe essere necessario effettuare una angioplastica su qualche vaso periferico che nel tempo si fosse ammalato.

Un recente lavoro scientifico svedese, basato su una casistica di oltre 90.000 pazienti sottoposti a by pass, ha dimostrato che l’aspettativa di vita dei pazienti sottoposti a questo intervento è superiore a quella della popolazione generale. Ovviamente questo non significa che tutti dovrebbero subire un By-Pass per allungare la vita ma che, dopo l’intervento, l’attenzione al regime di vita, la terapia e i controlli periodici consentono di evitare spiacevoli e pericolose sorprese.

Vi sono alternative all'intervento di By-Pass?

Da circa 30 anni è stata ideata la procedura di angioplastica coronarica che in molti casi risolve il problema dell’angina pectoris senza dover ricorrere al by-pass. Questa procedura consiste nell’introduzione di un palloncino all’interno della coronaria per dilatarla e successivamente posizionare uno “stent” ricoperto di farmaci che ne impediscono o ritardano l’ostruzione. Nel corso degli anni la tecnica e i materiali sono stati continuamente perfezionati, tanto che attualmente in moltissimi casi l’intervento di by-pass può essere evitato. Tuttavia, quando la lesione coronarica è molto lunga o posizionata in zone delicate, come il tronco principale della coronaria sinistra, l’opzione più sicura rimane il by-pass. Inoltre, i dati della letteratura medica dimostrano che l’intervento di by-pass, se effettuato con le arterie mammarie, garantisce una durata della vita addirittura superiore a quella della media dei soggetti della stessa età. Infatti, rispetto all’angioplastica, il by pass garantisce una vita libera da continui controlli cardiologici, da medicine potenzialmente pericolose (come la doppi antiaggregazione) e soprattutto esente da recidiva di angina pectoris.

Quali saranno le condizioni di salute di un paziente dopo un intervento di By-Pass?

Dopo un intervento chirurgico di By-Pass Aorto –Coronarico bel riuscito, il dolore anginoso scompare. Per qualche tempo (anche qualche mese) può residuare una dolenzia toracica localizzata nella sede dello sterno. Non è infrequente una sensazione di “parete bloccata” legata alle suture di consolidamento dello sterno. In qualche caso è presente una sensazione di formicolio alle ultime dita della mano sinistra. Tutti questi fastidi sono innocui e spariranno col tempo.
In alcuni casi (pazienti obesi, soggetti con osteoporosi) è consigliato portare per qualche tempo una fascia toracica rinforzata per favorire la stabilità dello sterno.
Lo sterno si consolida definitivamente dopo un mese: da allora è possibile guidare la macchina. Per andare in moto o in bicicletta è bene aspettare due mesi: a questo punto deve ricominciare una vita del tutto normale, con la sola attenzione a non ricadere nelle brutte abitudini precedenti.

Glossario

Angina Pectoris

Dolore toracico di varia intensità che si avverte quando il muscolo cardiaco non riceve sufficiente quantità di sangue. L’angina ha caratteristiche diverse nei vari pazienti. Talvolta è un senso di peso, talaltra una sensazione di bruciore o dolenzia nel braccio sinistro o ancora dolore alla mandibola.

Aneurismi dell'aorta ascendente

La prima porzione dell’aorta all’emergenza dal cuore e subito dopo la valvola aortica viene chiamata aorta ascendente. In certi casi l’aorta si dilata. Le porzioni dilatate dell’aorta vengono definite aneurismatiche o aneurismi. Un aneurisma dell’aorta ascendente può causare dissezione aortica, rompersi o determinare rigurgito della sottostante valvola aortica.

Angioplastica coronaria

Tecnica impiegata dai cardiologi interventisti per dilatare arterie coronarie ristrette (stenotiche). La procedura richiede un iniziale cateterismo cardiaco con posizionamento di un catetere munito di palloncino gonfiabile dentro la porzione stenotica della coronaria. Quando il palloncino viene gonfiato l’arteria si dilata e solitamente mantiene il calibro così ottenuto. Quasi sempre durante la procedura di angioplastica si applica uno stent nella zona che viene dilatata, in modo da mantenere nel tempo l’effetto della procedura.

Anticoagulanti

farmaci che inibiscono la coagulazione del sangue. Sono raccomandati in pazienti con Fibrillazione Atriale o protesi valvolari cardiache. Il farmaco anticoagulante più comunemente usato è il Warfarin, nome commerciale Coumadin. Il dosaggio del farmaco deve essere basato sul valore di un esame della coagulazione (INR) che deve essere ripetuto ad intervalli variabili prescritti dal medico. Da alcuni anni sono disponibili i NAO (nuovi anticoagulanti orali. Un esempio è il dabigatran (nome commerciale Pradaxa). Questi farmaci non necessitano di esami periodici e la loro efficacia non è influenzata dall’alimentazione. Sono indicati nella fibrillazione atriale ma non ancora per le protesi valvolari.

Anuloplastica

Una delle molte tecniche che possono essere adottate per rinforzare una riparazione valvolare mitralica. L’anulus è il bordo esterno della struttura valvolare. L’anuloplastica rinforza l’anulus (mitralico).

Arterie coronariche

Sono le arterie del cuore che assicurano il flusso ematico al muscolo cardiaco.

Arteria mammaria

Arteria situata all’interno del torace bilateralmente all’osso sternale. Comunemente impiegata nella chirurgia coronarica.

Atrio

Nel cuore esistono quattro cavità, due destre che pompano sangue nei polmoni e due sinistre che pompano sangue in tutto il corpo. A destra come a sinistra la camera superiore (Atrio) a bassa pressione raccoglie sangue dalle vene e lo indirizza nei ventricoli, le principali cavità di pompaggio del sangue.

Bypass delle arterie coronariche

Procedura chirurgica per il trattamento delle stenosi (restringimenti) delle arterie coronariche. Il chirurgo crea un “bypass” (ponte o deviazione) che supera la stenosi mediante una vena od una arteria prelevate dallo stesso paziente e che garantiranno il flusso di sangue a valle della stenosi.

Calcificazioni aortiche senili

Con l’invecchiamento in alcuni individui del calcio può depositarsi sulle cuspidi della valvola aortica. La funzione normale della valvola richiede che le cuspidi si aprano e si chiudano normalmente. L’accumulo di calcio inibisce la normale funzione della valvola.

Cardiochirurgo

Medico laureato che abbia acquisito la Specialità (5 anni) in Cardiochirurgia.

Cardiologo

Medico laureato che abbia acquisito la Specialità (5 anni) in Cardiologia.

Catetere

Tubo di calibro adeguato che viene introdotto per via per cutanea nei vasi sanguigni e spinto fino alle cavità cardiache per motivi sia diagnostici che terapeutici.

Cateterismo cardiaco

Tecnica endovascolare che prevede l’inserimento di cateteri attraverso la cute (dell’inguine, del polso o del gomito) all’interno di arterie e vene fino a raggiungere le cavità cardiache. Viene eseguita dai cardiologi emodinamisti. Molte patologie cardiache richiedono una misurazione delle pressioni endocardiache o una loro visualizzazione mediante l’introduzione di mezzi di contrasto (sostanze visibili coi raggi X).

Chirurgia mininvasiva

Termine usato per descrivere una varietà di incisioni toraciche minime usate per ridurre il trauma chirurgico ed accelerare la convalescenza postoperatoria. Vengono usate sia per la chirurgia valvolare che per la chirurgia coronarica.

Coronaropatia

Patologia caratterizzata da un restringimento delle arterie coronariche con conseguente riduzione del flusso di sangue al muscolo cardiaco

Coumadin

Farmaco anticoagulante molto diffuso.

Diabete mellito

Malattia assai diffusa determinata dalla alterazione congenita od acquisita del metabolismo (assorbimento, deposito, utilizzo) del glucosio (zucchero).

Diastole

Fase del ciclo cardiaco nella quale il muscolo si rilassa per consentire l’ingresso del sangue nei ventricoli. SISTOLE è la fase di svuotamento.

Difetto interatriale (DIA)

Di norma l’atrio destro e sinistro sono separati da un setto interatriale. La presenza di un buco (difetto) nel setto consente il passaggio del sangue in entrambe le direzioni. Il DIA è congenito nella maggior parte dei casi.

Difetto interventricolare (DIV)

Di norma i ventricoli destro e sinistro sono separati da un setto interventricolare. La presenza di un buco (difetto) nel setto consente il passaggio del sangue in entrambe le direzioni. Il DIV è congenito nella maggior parte dei casi ma può verificarsi in corso di infarto per rottura del setto.

Dissezione aortica

L’aorta, arteria principale che dal cuore porta sangue al resto del corpo, ha una parete costituita di tre strati. Raramente gli strati aortici possono venire separati e quando ciò avviene si produce una dissezione aortica. La dissezione aortica è una emergenza chirurgica ed i pazienti che ne soffrono sono a grave rischio di vita. L’ipertensione e la Sindrome di Marfan sono fattori predisponenti alla dissezione aortica.

Dolore della ferita toracica

Dolore o semplice dolenza associata alla presenza di una ferita chirurgica toracica.

Ecocardiogramma

Esame cardiologico basato sull’utilizzo di ultrasuoni per ottenere immagini delle strutture (parete e valvole) e delle cavità (atri e ventricoli) del cuore nonché informazioni sulla contrattilità del muscolo cardiaco.

Elettrocardiogramma

Registrazione dell’origine e del percorso dello stimolo elettrico lungo le pareti cardiache. Ogni alterazione rispetto alla registrazione (tracciato) normale può indicare un pregresso evento morboso cardiaco. Se eseguito durante un episodio di angina pectoris può confermare la presenza della miocardiopatia ischemica.

Endocardite batterica

Infezione con grave danneggiamento delle valvole cardiache causata dall’impianto di germi patogeni presenti occasionalmente nel sangue.

Extrasistole atriale / ventricolare

Il ritmo cardiaco normale o basale è impostato dal nodo senoatriale, un’area di tessuto specializzato nella parete atriale. Talvolta nell’atrio può originare un battito anticipato o prematuro definito extrasistole atriale. Il battito anticipato che insorge nel ventricolo è detto extrasistole ventricolare.

Febbre reumatica

L’infezione streptococcica a volte causa una infiammazione generalizzata estesa alle articolazioni o alle valvole cardiache. In alcuni casi l’esito è rappresentato da un danneggiamento progressivo delle valvole che in tempi più o meno lunghi può richiedere la sostituzione.

Fibrillazione atriale

Quando l’atrio non si contrae uniformemente ma presenta una attività elettrica disordinata con un ritmo irregolare, si parla di Fibrillazione. Questa situazione è percepita come “Un atrio fibrillante non è in grado di pompare o spingere il sangue all’interno del ventricolo.

Forame ovale

Piccolo orifizio localizzato al centro del setto interatriale (fossa ovale), normale nella vita fetale, che si chiude poco dopo la nascita. Qualora questo non accada, si verifica la cosiddetta pervietà del forame ovale (PFO, FOP), condizione che in alcuni casi richiede la chiusura mediante l’applicazione di un dispositivo transcatetere (ombrellino)

Funzione ventricolare

La forza e la coordinazione con cui si contrae il ventricolo viene definita “funzione ventricolare”

Infarto miocardiaco

Quando le arterie coronarie si restringono, non sono più in grado di nutrire adeguatamente il muscolo cardiaco e causano una sofferenza “ischemica” che si manifesta come angina pectoris (vedi). Quando una coronaria si chiude completamente, la porzione di muscolo sottostante “muore” : questa condizione è l’infarto miocardico.

Ipertensione

Termine medico per indicare la pressione arteriosa elevata. Le cause sono molte ed inoltre rappresenta un fattore di rischio per altre condizioni morbose quali la coronaropatia, la dissezione aortica e lo scompenso cardiaco.

Ipotensione

Condizione clinica di bassa pressione arteriosa.

Ischemia

Condizione di insufficiente apporto di sangue a un tessuto o organo. La malattia aterosclerotica delle arterie coronarie causa ischemia cardiaca.

Miocardiopatia dilatativa

Alterata funzione contrattile del ventricolo sinistro o di entrambi i ventricoli, spesso da causa sconosciuta (miocardiopatia dilatativa primitiva). Solitamente ha tendenza evolutiva ma in genere è ben controllata da terapia medica adeguata. Nei casi più gravi può richiedere l’impianto di un cuore artificiale o il trapianto cardiaco

Miocardiopatia ischemica

Condizione in cui le arterie coronariche che forniscono sangue al cuore divengono stenotiche (ostruite) ed il muscolo cardiaco non riceve sufficiente ossigeno e sostanze nutrienti. Le cellule poco nutrite non sono in grado di contrarsi adeguatamente e il ventricolo sinistro diventa insufficiente.

Nodo atrioventricolare

Per quanto le cavità atriali e ventricolari siano fisicamente connesse per consentire il passaggio di sangue dalle une alle altre, da un punto di vista elettrico esse sono normalmente connesse in un solo punto, il nodo atrioventricolare. Lo stimolo elettrico che nasce nell’atrio deve passare attraverso il nodo atrioventricolare per raggiungere il ventricolo. Se il nodo viene distrutto ( per esempio in sala di emodinamica con ablazione con radiofrequenza) l’impulso atriale non può più raggiungere il ventricolo. Qualunque ritmo cardiaco sia presente in atrio ( ritmo sinusale, fibrillazione o flutter striale) il ventricolo si contrae autonomamente. In taluni individui esiste una via accessoria tra atrii e ventricoli che causa una sindrome detta di Wolfe-Parkinson-White con palpitazioni e tachicardia.

Nodo senoatriale

Il “pace maker” cardiaco naturale dove inizia lo stimolo elettrico cardiaco è situato in una area atriale di cellule specializzate detta nodo senoatriale. Queste cellule stimolano spontaneamente e ritmicamente il muscolo cardiaco dando inizio alla contrazione cardiaca.

Omoinnesti

Valvole biologiche prelevate da cadaveri umani.

Profilassi antibiotica

Terapia antibiotica assunta prima (profilattica o preventiva) di una operazione chirurgica o dentaria per prevenire un’infezione di una valvola cardiaca anormale o protesica.

Protesi

Sostituto artificiale di una qualunque parte del corpo.

Prova da sforzo

Nome generico che comprende una varietà di test da sforzo (prove da sforzo con marcatori cardiaci, ecocardiografia con dobutamina, elettrocardiogramma da sforzo).Ognuno di questi test può rivelare una insufficiente irrorazione del muscolo cardiaco o ischemica cardiaca. Durante ogni test da sforzo il cuore viene testato a riposo o sotto sforzo per valutare le variazioni del flusso ematico.

Rigurgito

Quando una valvola “perde” si dice che è insufficiente o che presenta un rigurgito.

Ritmo sinusale

È il ritmo cardiaco naturale che origina dal nodo senoatriale.a cardiaca. Durante ogni test da sforzo il cuore viene testato a riposo o sotto sforzo per valutare le variazioni del flusso ematico.

Scompenso cardiaco

Condizione clinica che si manifesta quando il muscolo cardiaco si indebolisce (cardiomiopatia) ed il ventricolo non si contrae più normalmente. Il cuore non riesce più a pompare una adeguata quantità di sangue nel corpo. Ne consegue una ridotta tolleranza allo sforzo, una ritenzione di fluidi con gonfiore alle caviglie e mancanza di respiro.

Sincope

Uno svenimento o rapida perdita di coscienza viene definito sincope.

Sindrome di Marfan

Malattia ereditaria che colpisce ossa, articolazioni, cuore e grossi vasi. Le valvole cardiache possono assottigliarsi e l’aorta dilatarsi o dissecarsi.

Sistole

Fase del ciclo cardiaco nella quale il muscolo si contrae per espellere il sangue dai ventricoli. DIASTOLE è la fase di riempimento.

Stenosi

Il restringimento di una valvola o di una arteria viene definito stenosi. Una valvola stenotica non si apre completamente e per tanto ostruisce o blocca il flusso di sangue. Lo stesso può accadere per un a arteria..

Sternotomia mediana

Incisione toracica più comune in cardiochirurgia, in cui lo sterno viene diviso medialmente e longitudinalmente.

Tachicardia atriale parossistica

Il ritmo cardiaco normale o basale è impostato dal nodo senoatriale, un’area di tessuto specializzato nella parete atriale. Talvolta un ritmo molto veloce può iniziare in atrio. Esso è chiamato tachicardia atriale. Se si presenta improvvisamente ed ad intermittenza si definisce anche parossistico.

Tavi

Metodica di applicazione di una protesi valvolare aortica biologica mediante un catetere introdotto attraverso un’arteria. La via preferita è l’arteria femorale, in alternativa, qualora la via femorale non fosse praticabile, la procedura può essere effettuata attraverso l’apice cardiaco, l’aorta ascendente o l’arteria succlavia.

Valvola aortica

Nel cuore ci sono quattro valvole, due nel lato destro e due a sinistra. In entrambi i lati vi è una valvola di ingresso al ventricolo, la camera di pompaggio del sangue, ed una di uscita. La valvola aortica è la valvola di uscita del ventricolo sinistro per cui si apre quando il ventricolo si contrae e si chiude per impedire il reflusso del sangue all’indietro nel ventricolo stesso.

Valvola aortica bicuspide

La valvola aortica bicuspide ha normalmente tre cuspidi valvolari. A volte un soggetto può nascere con una valvola aortica con solo due cuspidi, detta bicuspide.

Valvola aortica tricuspide

La valvola aortica ha normalmente tre cuspidi ed è anche definita tricuspide per distinguerla dalla anomalia cardiaca definita “valvola aortica bicuspide”.

Valvola mitralica

Nel cuore ci sono quattro valvole, due nel lato destro e due a sinistra. In entrambi i lati vi è una valvola di ingresso al ventricolo, la camera di pompaggio del sangue, ed una di uscita. La valvola mitralica è la valvola di ingresso del ventricolo sinistro per cui si apre quando il ventricolo si rilascia e si chiude per impedire il reflusso del sangue all’indietro verso i polmoni.

Valvola tricuspide

Nel cuore ci sono quattro valvole, due nel lato destro e due a sinistra. In entrambi i lati vi è una valvola di ingresso al ventricolo, la camera di pompaggio del sangue, ed una di uscita. La valvola tricuspide è la valvola di ingresso del ventricolo destro. Si chiude quando il ventricolo si contrae espellendo sangue verso i polmoni e si apre per consentirne il riempimento dall’atrio destro.

Valvole atrioventricolari

Sono le valvole cardiache poste tra atrii e ventricoli. La sinistra è chiamata Mitrale e la destra Tricuspide.

Valvole biologiche

Protesi artificiali costruite con tessuti animali. Si utilizzano valvole aortiche di maiale opportunamente trattate o pericardio bovino montato su una struttura di supporto. Non richiedono necessariamente terapia anticoagulante ma hanno una durata limitata a 12/18 anni.

Valvole meccaniche

Valvole artificiali di metallo, plastica o carbonio pirolitico. Richiedono sempre terapia anticoagulante ma hanno durata illimitata.

Valvole omologhe (allograft)

Valvole biologiche ottenute da cuori di cadavere umano.

Valvuloplastica con palloncino

I medici cardiologi specializzati nell’uso di cateteri endovascolari possono talvolta impiegare tale tecnica passando un catetere gonfiabile attraverso una valvola cardiaca stenotica o ristretta e dilatarla gonfiando il palloncino per tempi e pressioni stabilite.

Valvulopatia aortica acquisita

Si riferisce ad anormalità della valvola aortica che si sviluppano con l’età avanzata.

Valvulopatia aortica congenita

Qualunque anomalia anatomica o funzionale presente fin dalla nascita è detta “congenita”. La valvulopatia aortica congenita è una malattia della valvola aortica presente fin dalla nascita.

Valvulopatia mitralica congenita

Qualunque anomalia anatomica o funzionale presente fin dalla nascita è detta “congenita”. La valvulopatia mitralica congenita è una malattia della valvola mitralica presente fin dalla nascita.

Vena safena

Questa vena che corre sottocute sul lato interno della gamba dalla caviglia all’inguine può essere utilizzata per confezionare dei bypass dall’aorta alle arterie coronariche. Nelle gambe esiste anche un sistema venoso profondo che drena la maggior parte del ritorno venoso dalle gambe al cuore. La vena safena fa parte del sistema superficiale che drena solo il 10% del ritorno venoso. Per questo può essere asportata senza danneggiare l’arto o il paziente. L’arto da cui la vena è prelevata può temporaneamente e leggermente gonfiarsi.

Vene varicose

Le vene superficiali degli arti inferiori possono indebolirsi e dilatarsi soprattutto dopo che coaguli ematici si siano formati al loro interno. In tali condizioni non possono essere utilizzate per la chirurgia coronaria.

Ventricolo sinistro/ventricolo destro

Le principali camere di pompaggio del cuore sono i ventricoli. La cavità destra pompa sangue nei polmoni e la sinistra nel resto del corpo. La cavità sinistra lavora dunque più della destra. Quella sinistra è dunque la principale camera di pompaggio del cuore.

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